Passaggio dell’intervento di Lupoi

«… L’avvenire di Reggio si trova al bivio: o un ritorno alla sua naturale funzione di madre della Calabria, in una prospettiva di efficiente vitalità civile ed economica, o un insaccamento nel ghetto dei ricordi e delle anemie storiche. Il passato recente ha consumato, ad opera di molti attestati sulle frontiere di egoismi disperati o di campanilismi squallidi, ingiustizie amare e cocenti, che hanno realizzato autentiche rapine ai danni di Reggio. E’ tempo che questo non avvenga più! E’ tempo invece che la situazione della Regione Calabrese, in rapporto alle scelte fondamentali che andranno fatte per la determinazione di una struttura comunitaria articolata in regime di armonie economiche e sociali, venga esaminata con la serenità estrema che pretende ogni atto di autentica giustizia. Reggio non intende fare campanile, ma non intende neanche abdicare in blocco a tutti i suoi diritti per evitare di essere accusata di campanile. Dal terreno del confronto deve uscire la polemica campanilistica ma, evidentemente, deve uscire per tutti poiché non è lecito che si contesti a Reggio la parzialità di talune valutazioni quando dall’altra parte si rifiuta anche la discussione. Si è detto che Catanzaro deve giuocare la carta della sopravvivenza economica. Dubitiamo che ciò sia vero, ma anche quando lo fosse, appare chiaro che la tesi di Catanzaro avrebbe lo stesso valore di chi, accusato di rapina a mano armata, volesse sostenere, con la presunzione di essere assolto, di avere rapinato per non morire di fame. Le regole della scelta devono essere quelle di una seria e serena valutazione di tutti gli elementi che conducono ad una logica storica e sociologica, senza il falso pudore di un pietismo che deve essere, ovviamente, rifiutato alla radice. Da parte nostra indicheremo questi elementi, disancorando la situazione globale da ogni velleità polemica, ma anche dal meschino tentativo di ignorare i valori della tradizione, della storia, della realtà, ritenendo che una civiltà debba misurarsi anche dal grado di tolleranza che essa riserva ai fermenti etici e culturali, in questo mondo spaventosamente indenne da ogni tentazione dello spirito. In questa, che non vuole essere una lotta e nemmeno una polemica, ma solo una difesa onesta di Reggio, chiediamo la collaborazione appassionata, fattiva, decisa di tutti i Reggini, autorevoli e non, per affermare il nostro diritto a restare figli di una Città che è stata nei secoli e continui ad essere centro e madre della Calabria».