Le didascalie delle 75 istantanee di
questa “galleria fotografica” tracciano, seppur
come un flash, la storia di Giorgio Liguori e del suo contesto
familiare, politico e sociale. Sono descritte utilizzando i
verbi al presente: le istantanee ce lo trasmettono come se fosse
ancora tra noi…
Vogliamo menzionare sin da subito un nome dei tanti volti di
queste 75 immagini: ricordando lui, ricordiamo idealmente tutti
coloro che hanno condiviso con Liguori le battaglie per il riscatto
sociale del ceto meno abbiente della nostra Calabria, che oggi,
purtroppo, non sono più tra noi. A tutti loro va il nostro
affettuoso ricordo, che continua a vivere anche attraverso questo
sito.
Il nome è quello di Domenico Introcaso, per gli amici
Mimmo, papà di Vittorio, inviato di «Rai 2»,
che è presente in tre momenti significativi della vita
di Giorgio Liguori: ai festeggiamenti per la sua elezione sia
a consigliere provinciale (f. 2 – è il giovane
alla sua sinistra con i capelli scuri ed una giacca scura) sia
a consigliere regionale (ff. 58-59); ma soprattutto al suo matrimonio
(f. 42 – è il bambino in basso a destra vestito
con abito scuro e camicia bianca). Una presenza che non può
essere solo una coincidenza: indica, a nostro parere, un legame
tra famiglie saldato da un’amicizia-stima reciproca di
un’intera vita.
Foto 1. L’inaugurazione dei lavori
del tratto di strada provinciale Oriolo-Montegiordano (14 agosto
1957). Giorgio Liguori insieme alle maestranze del cantiere
ed ai rappresentati delle istituzioni locali. Sin prima di essere
eletto consigliere provinciale si prodiga da segretario della
sezione comunale della Dc montegiordanese, affinché i
centri abitati dell’entroterra dell’Alto Ionio calabrese
uscissero dal loro quasi totale isolamento con l’avvio
della costruzione di adeguate vie di comunicazione, il ché
significa imboccare la strada del loro sviluppo sociale ed economico.
Foto 2. Le elezioni provinciali del 1960.
Giorgio Liguori tra i suoi sostenitori in festa per la sua vittoria:
nelle consultazioni del 6-7 novembre è eletto consigliere
provinciale della Dc per il collegio elettorale di Oriolo-Trebisacce.
Per la prima volta nella storia dell’Italia repubblicana
Montegiordano ha un suo cittadino nel massimo consesso istituzionale
locale dell’epoca; “primato” che si ripeterà
dieci anni più tardi quando lo stesso Liguori verrà
eletto tra i primi quaranta consiglieri regionali della Calabria.
Foto 3. Le elezioni comunali del 1960.
Giorgio Liguori insieme a tre suoi amici, il medico Vincenzo
Pontevolpe (alla sua sinistra), primo sindaco democristiano
di Montegiordano, il dott. Nicolò Giordano, segretario
comunale, e l’insegnante Francesco Introcaso (seduto alle
sue spalle), dopo la vittoria della lista della Dc alle amministrative
del 6-7 novembre.
Foto 4-5. Vita di partito nella sezione
comunale della Dc di Montegiordano. Un importante momento di
democrazia interna: il rinnovo delle cariche del direttivo sezionale
e l’elezione dei delegati al Congresso provinciale del
1965, anno in cui Giorgio Liguori lascia la guida della segreteria
comunale del partito dopo averla assunta nel 1956, anno in cui
costituisce il partito a livello locale con i primi iscritti,
che nel 1968 superano il numero di 450, in buona parte tesserati
in segno di amicizia e stima per Liguori. L’istantanea
ritrae il politico insieme ad alcuni dei “suoi”
giovani militanti durante le operazioni di voto e di scrutinio
(f. 4): di spalle il prof. Mario Manera, successore di Liguori
alla guida della segreteria della Dc montegiordanese, ed in
piedi a sinistra, mentre svolge le funzioni di scrutatore, l’ins.
Antonio Introcaso, che in seguito sarà uno dei democristiani
più impegnati anche a livello socio-culturale nell’Alto
Ionio ed accanto a lui un’altro giovane, Franco Introcaso,
fratello di Mimmo. Anche le giovani donne iniziano ad interessarsi
di politica ed è proprio Liguori a coinvolgerle e quando
le vede partecipare attivamente alla vita di partito non nasconde
la sua gioia (f. 5): l’istantanea ritrae la giovane montegiordanese
Antonietta Varlaro mentre depone la scheda nell’urna.
Foto 6-7-8. IX Congresso nazionale della
Dc, Roma, 12-16 settembre 1964: Giorgio Liguori partecipa in
qualità di co-segretario e dirigente organizzativo provinciale
del partito, incarico ricoperto dal 1964 al 1967. Da quando
entra per la prima volta nel Comitato provinciale della Dc,
durante il VII Congresso del partito (Cosenza, 10-11 ottobre
1959), partecipa attivamente ai Congressi nazionali, venendo
eletto delegato al VII (Firenze, 23-28 ottobre 1959), al X (Milano,
23-27 novembre 1967) e all’XI (Roma, 27-30 giugno 1969).
Di quest’ultimo Congresso abbiamo un’istantanea
(f. 8) scattata all’interno del PalaEur: Giorgio Liguori
con Pasquale Perugini (al centro), esponente di punta della
“corrente fanfaniana” dalla Dc cosentina, già
segretario provinciale del partito, che risulterà il
più votato dei quaranta consiglieri della I Legislatura
del Consiglio regionale della Calabria e successivamente eletto
al Parlamento (Camera, 1983 e Senato, 1987). Nel periodo in
cui Liguori è maggiormente impegnato nell’attività
di partito, alla guida della Segreteria nazionale della Dc ci
sono Aldo Moro (1959-1964) e Mariano Rumor (1964-1969).
Foto 9-10-11. L’incontro dell’on.
Mariano Rumor, segretario nazionale della Dc, con i dirigenti
di partito e gli amministratori Dc dei sedici comuni dell’Alto
Ionio calabrese alla presenza dei parlamentari Antoniozzi, Cassiani,
Misasi ed altri. La visita di Rumor, che si tiene a Trebisacce
nel novembre 1966, presso il Cinema-Teatro dei fratelli Domenico
e Nicola Gatto, è promossa da Giorgio Liguori, in qualità
di dirigente organizzativo della Segreteria provinciale del
partito e nel suo intervento introduttivo porta il saluto di
tutti i democratici cristiani della zona all’illustre
ospite. Rumor, due anni più tardi, diventerà presidente
del Consiglio dei Ministri, formando cinque governi tra il dicembre
1968 ed il luglio 1970 e tra il luglio 1973 e l’ottobre
1974. Rumor è un politico molto popolare e all’incontro
di Trebisacce partecipano centinaia di persone giungendo da
tutti i centri dell’Alto Ionio con autobus della locale
società autotrasporti “S.A.I.” di Vito Antonio
Carlomagno, “pioniere” dello sviluppo del trasporto
locale privato su gomma.
Foto 12-13. Giorgio Liguori ad una seduta
del Consiglio provinciale (f. 12) e nella sede dell’Assessorato
(f. 13). Il politico montegiordanese siederà sugli scranni
del massimo Consesso istituzionale provinciale per un decennio,
dal novembre 1960 al giugno 1970. E’ assessore al Personale
per otto anni, concludendo questa esperienza con il varo della
“Pianta organica” dell’Ente, che rappresenta
uno dei traguardi più significativi della sua attività
politico-amministrativa in Provincia. La “Pianta organica”
è approvata all’unanimità dal Consiglio
provinciale, un’impresa non facile in un’epoca caratterizzata
da forti scontri ideologici. E’ attuata nel 1969, venti
anni dopo la precedente (1949), che aveva un organico di appena
380 unità. La “Pianta organica” di Liguori
raggiunge 802 unità, delle quali 602 immesse subito in
ruolo.
Foto 14-15. La storica Giunta di centro-sinistra
alla Provincia di Cosenza: è la prima esperienza di collaborazione
di governo provinciale tra cattolici e socialisti del Meridione
(la terza in Italia dopo quelle di Milano e di Genova), che
precede di oltre un anno e mezzo la nascita del primo Governo
di centro-sinistra guidato da Aldo Moro. La Giunta provinciale
Dc-Psi ottiene la fiducia il 18 aprile 1962 e rimane in carica
fino all’inizio del 1965, dopo il rinnovo del Consiglio
provinciale avvenuto con le elezioni del 22-23 novembre 1964.
A presiederla è il prof. Antonio Guarasci, uomo di grande
cultura ed autorevole figura della Dc calabrese con una visione
illuministica del governare. Dalla Giunta «significativamente
scompaiono del tutto gli avvocati – scrive lo storico
ed accademico Vittorio Cappelli –, per lasciare il posto
a una larga maggioranza di “professori”» ed
è composta da otto assessori, i democristiani Salvatore
Bafaro, Giorgio Liguori, Fortunato Marinaro, Fedele Palermo
(sostituito nel corso del mandato da Oscar Principe) e Sergio
Pizzini, ed i socialisti Giovanni Conforti, Antonio Eboli e
Salvatore Frasca. Nelle due istantanee i componenti della Giunta
durante la seduta del Consiglio provinciale sulle “Dichiarazioni
programmatiche” del presidente designato Guarasci (f.
14) e alla prima riunione della Giunta attorno al tavolo di
lavoro (f.15); l’assessore Liguori è il terzo da
sinistra di fronte all’amico Salvatore Frasca, che in
seguito diventerà parlamentare e sottosegretario di Stato.
Foto 16. Salvatore Frasca e Giorgio Liguori
durante una pausa dei lavori del Consiglio provinciale. Tra
i due vi sono anche momenti di acceso e vivace scontro politico
nel far valere le proprie idee che scaturiscono da due differenti
ideologie che in quel periodo storico iniziano ad avere dei
punti di incontro a livello di programma di governo. Una volta
terminato il dibattito nell’aula consiliare, i due amici
ritornano a sorridersi e a consumare spesso insieme un pasto
prima di rientrare nell’“arena” del Consiglio
provinciale.
Foto 17-18-19. I lungomari di Roseto
Capo Spulico (f. 17 - Giorgio Liguori in visita al cantiere),
Montegiordano (f. 18) e Trebisacce (f. 19 - quest’ultimo
nel 1964 in fase terminale di realizzazione) sono tra le prime
opere pubbliche, insieme a quelle viarie di collegamento tra
i centri abitati dell’entroterra e della costa, delle
reti idriche e fognarie e degli edifici di pubblico interesse,
ad essere realizzate nell’Alto Ionio calabrese con il
contributo della Provincia di Cosenza durante la prima Giunta
di centro-sinistra. Opere messe in cantiere per l’avvio
di un qualificato sviluppo sociale, infrastrutturale, economico
e turistico della zona, una tra le più depresse della
Calabria.
Foto 20-21. La seconda Giunta provinciale
presieduta dal prof. Antonio Guarasci formata il 18 aprile 1967,
esattamente cinque anni più tardi della prima. La Giunta
resterà in carica fino al termine del mandato (giugno
1970) ed è formata da otto assessori (sei effettivi,
Giovanni Conforti, Francesco De Munno, Adolfo De Luna, Antonio
Eboli, Giorgio Liguori e Oscar Principe e due supplenti, Renato
Biondi, Mariano Rende). Nell’istantanea (f. 20) che ritrae
la Giunta al termine della cerimonia del giuramento davanti
al prefetto, l’assessore Liguori è il secondo da
destra, mentre in quella successiva (f. 21), scattata all’interno
della sede della Provincia, è insieme agli amici Antonio
Guarasci, Giovanni Righi, segretario generale dell’Amministrazione
provinciale, ed ai cugini Mariano e Pietro Rende, esponenti
di spicco della Dc cosentina: il primo consigliere ed assessore
provinciale e successivamente, insieme allo stesso Liguori,
eletto al Consiglio regionale della Calabria; il secondo deputato
al Parlamento tra gli anni ’70 ed ‘80.
Foto 22. La presentazione della candidatura
di Giorgio Liguori alla Camera dei Deputati nelle elezioni del
maggio 1968. E’ il numero 17 della lista della Dc nella
XXVII Circoscrizione elettorale della Camera (Catanzaro-Cosenza-Reggio
Calabria). La sua è una candidatura di servizio, voluta
dal partito dopo avergli chiesto, per preservare dell’unità
della Dc cosentina assai compromessa, di rinunciare a quella
del Senato della Repubblica (collegio elettorale di Rossano),
pur sapendo che nel suo collegio Liguori potrebbe ottenere quasi
sicuramente la vittoria essendo molto conosciuto e stimato.
Non venendo eletto alla Camera, ottiene comunque un discreto
risultato personale: 19mila preferenze, la gran parte delle
quali raccolte in provincia di Cosenza, essendo poco conosciuto
e non appoggiato dal partito nella altre due province calabresi.
Foto 23. Cosenza, 12 maggio 1968, Giorgio
Liguori al convegno dei corrispondenti del settimanale diocesano
cosentino «Parola di Vita» all’epoca diffuso
in tutta la provincia per i suoi contenuti e le sue opinioni
di elevato spessore culturale e di grande interesse sociale,
di forte richiamo per i cattolici impegnati. «Parola di
Vita» è particolarmente attento all’azione
politica di Liguori, tant’è vero che dalle sue
colonne un anno prima si “preannuncia”, in un’ampia
intervista a cura del giornalista Domenico Licursi, la disponibilità
dello stesso Liguori a rappresentare in Parlamento le popolazioni
dell’Alto Ionio calabrese. In questa istantanea di gruppo
con Liguori si riconoscono (alle sue spalle) i suoi giovani
collaboratori, i montegiordanesi Vincenzo Ferra e Giuseppe Alfano
e (alla sua destra) l’amico e caporedattore Savino Fasano
e tra gli altri i corrispondenti dell’Alto Ionio Benito
Lecce e Domenico Licursi ed il suo segretario particolare Giuseppe
Pisani.
Foto 24-25-26. Per Giorgio Liguori è
fondamentale nella politica di sviluppo dell’Alto Ionio
il binomio agricoltura-turismo connesso all’industria
di trasformazione dei prodotti dell’agro-zootecnia. Per
questo Liguori si batte per l’attuazione dei progetti
del salumificio di Montegiordano e della cantina sociale con
annesso magazzino ortofrutticolo di Rocca Imperiale. Le tre
istantanee ricordano la cerimonia della posa della “prima
pietra” del salumificio avvenuta nel 1969, alla presenza
dell’on. Dario Antoniozzi e dei rappresentanti delle Istituzioni
civili e religiose locali, tra i quali Fedele Palermo, consigliere
provinciale, Luigi De Luca, sindaco di Montegiordano, e del
parroco don Pietro Formichella. I lavori della costruzione del
salumificio, che una volta completato sarebbe stato gestito
da una cooperativa vicina alle Acli denominata “Sant’Antonio”
in onore del patrono di Montegiordano, iniziano nella primavera
del 1970 e terminano cinque anni dopo la morte di Liguori, nel
1975, ma la struttura non entrerà mai in funzione.
Foto 27. Il salumificio di Montegiordano
è oggi una delle tante “cattedrali nel deserto”
del Meridione d’Italia. L’istantanea ritrae il complesso
industriale (lato sud) come si presentava all’inizio degli
anni ’90 (tratta dalla pubblicazione di Riccardo Liguori
“La storia politica di un comune del Meridione d’Italia:
Montegiordano, 1946-1990”, Galasso Editore, 1992). Oggi
il salumificio è completamente sommerso da una fitta
macchia mediterranea, quasi a voler nascondere una delle tante
vergogne del Sud, che rappresentano visivamente la morte della
speranza di un atteso e mai realizzato sviluppo economico e
sociale, quindi dello stesso futuro di questa terra. Il salumificio
ha comunque un merito, quello di aver ispirato un giovane laureato,
l’ing. Francesco Mundo, a scrivere il suo primo romanzo
dai forti contenuti sociali: “Morte di ghiaccio”
(Edizioni Lepisma, 2008).
Foto 28-29. Il “Borgo Servizio
Apollinara” inaugurato l’11 febbraio 1962 con un
ampio complesso edilizio: «dalla chiesa alla scuola, dall’ambulatorio
medico alla sede della cooperativa “A.R.F.”, per
citare i più importanti»; complesso che «vuole
soddisfare le molteplici esigenze di ordine spirituale, educativo
e sociale di 171 famiglie, che in seguito all’appoderamento
e all’adozione di nuovi indirizzi produttivi, si sono
insediate stabilmente appunto nell’ex “Fondo Apollinara”
e rappresentare, nello stesso tempo, un’occasione di incontro
e di commercio con i piccoli proprietari di altri fondi, pure
appoderati all’Opera per la Valorizzazione della Sila».
Foto 30-31-32. Giorgio Liguori opera
anche in stretto rapporto con la Chiesa diocesana e locale,
non solo perché è fervente credente e molto devoto
di Santa Rita da Cascia. Il politico coinvolge gli ecclesiastici
in progetti di interesse sociale ed aggregativo, oltre a collaborare
fattivamente con loro nella realizzazione di nuovi complessi
parrocchiali. Le tre istantanee lo ritraggono in mezzo a numerosi
suoi concittadini in festa alla cerimonia della posa della “prima
pietra” della Colonia estiva per ragazzi a Montegiordano
Marina (estate 1963). Per l’occasione giunge in Visita
pastorale il vescovo della Diocesi di Anglona-Tursi (oggi Tursi-Lagonegro),
mons. Secondo Tagliabue. Il presule e Liguori posano la “prima
pietra” e quest’ultimo tiene il suo discorso. Tra
i sacerdoti presenti accanto al vescovo c’è mons.
Carmelo Fiordalisi, montegiordanese stimato e benvoluto anche
fuori diocesi, che più di tutti ha voluto la Colonia
nel suo paese natale. Oggi questa struttura fa parte di un complesso
più ampio denominato “Colonia Stella Maris”
delle Suore Missionarie Catechiste di Gesù Redentore.
Foto 33. Il problema dell’approvvigionamento
idrico dei centri abitati dell’Alto Ionio calabrese è
molto sentito all’inizio degli anni ‘60 e per la
sua risoluzione Giorgio Liguori non esita a coinvolgere anche
la Chiesa diocesana. L’istantanea ricorda la visita con
il vescovo mons. Tagliabue e suoi collaboratori alle sorgenti
del Frida alle pendici della catena montuosa del Pollino (versante
provincia di Potenza), avvenuta il 20 agosto 1963.
Foto 34-35. La cerimonia della posa della
“prima pietra” della chiesa parrocchiale di Montegiordano
centro dedicata a Sant’Antonio da Padova (1963). Nella
prima istantanea da sinistra l’on. Dario Antoniozzi, il
vescovo mons. Secondo Tagliabue, il vice prefetto di Cosenza
Vincenzo Tarsia, originario di Montegiordano (divenuto prefetto
di Agrigento negli anni ’80) e gli assessori provinciali
Fedele Palermo e Giorgio Liguori.
Foto 36. L’avvio dei lavori della
costruzione della nuova chiesa parrocchiale. L’istantanea
ritrae il parroco don Pietro Formichella e Giorgio Liguori nel
cantiere con alcuni amministratori comunali e collaboratori
parrocchiali e le maestranze.
Foto 37. Spesso i Matrimoni venivano
festeggiati in casa, perché erano pochi gli sposi che
potevano permettersi il ristorante. Nell’istantanea Giorgio
Liguori durante un ricevimento nuziale a Montegiordano, presso
l’abitazione della famiglia Pitrelli, insieme al prof.
Vincenzo Salvo (sindaco negli ‘70) e all’insegnante
Antonio Introcaso.
Foto 38-39. Non solo impegni istituzionali
e politici, ma anche amicizia e familiarità: Giorgio
Liguori, Antonio Guarasci e Francesco Smurra (quest’ultimo
senatore della Dc dal 1968 al 1979) con le rispettive signore
(f. 38) e nel centro storico di San Giorgio Lucano, in provincia
di Matera, Liguori con i figli Rita Anna e Pietro e l’amico
Smurra all’uscita da un caffè (f. 39).
Foto 40. Ginnasio-Liceo Classico Statale
di Castrovillari (Cs), anno scolastico 1939-40(?): Giorgio Liguori
(il primo in basso a destra) con i compagni di scuola.
Foto 41. Giorgio Liguori, neo dottore
in Medicina e Chirurgia, è accolto da parenti ed amici
alla stazione ferroviaria di Montegiordano Marina al suo arrivo
da Bari, dove si è laureato il 14 novembre 1949. E’
il primo giovane di Montegiordano nato nel XX secolo a conseguire
la laurea in Medicina su una popolazione che alla fine degli
anni ’40 conta poco più di 3mila abitanti. Il suo
è un traguardo importante per la sua famiglia dalle modestissime
origini e che ha fatto non pochi sacrifici per mantenerlo agli
studi. Il conseguimento della sua laurea, raggiunta nei sei
anni regolari di corso (1943-49), rappresenta per tutta la famiglia
Liguori non il punto di arrivo, ma quella di partenza della
sua emancipazione sociale e culturale.
Foto 42. Il giorno del matrimonio (14
ottobre 1951) di Giorgio Liguori con Maria Giuseppa Meo: è
il coronamento del sogno d’amore con la sua adorata Pinuccia,
in un’epoca dove ancora i matrimoni sono molto spesso
“combinati”. Il loro non lo è affatto, anzi,
tutt’altro: parte del periodo di fidanzamento Giorgio
e Pina lo vivono in gran segreto, perché fortemente osteggiato
dai genitori di lei, che alla fine rispetteranno il sentimento-volontà
della figlia.
Foto 43-44. Giorgio e Pina Liguori in
viaggio di nozze (F. 43) e con la loro primogenita venuta alla
luce il 1° luglio 1952 (f. 44): le danno come primo nome
Rita in onore della santa dei casi impossibili. La devozione
dei giovani coniugi per santa Rita da Cascia è talmente
grande che la prima tappa del loro viaggio di nozze sarà
proprio Cascia.
Foto 45. Giorgio Liguori con alcuni suoi
cari amici in un giorno festivo di metà anni ’50
a Montegiordano davanti al caffè di Nino Ferri (in piedi
al centro dell’istantanea). Da sinistra: l’insegnate
Francesco Introcaso, il dott. Giovanni Ricotta, segretario comunale,
l’ing. Pietro Tarsia in seguito divenuto ingegnere capo
del Genio Civile di Cosenza, Giorgio Liguori, Mario Mundo, consigliere
comunale, ed il geometra Mario Tarsia (fratello minore dell’ing.
Pietro e del prefetto Vincenzo).
Si ringrazia l’amico Mario Mundo per averci donato questa
significativa istantanea dei “bei tempi passati”,
dove l’amicizia unisce tanti giovani che iniziano ad affermarsi
professionalmente, contribuendo non poco alla crescita culturale,
economica e sociale della loro comunità.
Foto 46-47. Non mancano i momenti di
festa e di allegria con parenti ed amici: Giorgio Liguori tra
la moglie Pina (a destra) e l’anziana maestra Maria Giuseppa
Formichella, detta Geppina (a sinistra), esponente di spicco
della destra monarchica e missina dell’Alto Ionio calabrese
tra gli anni ‘50-‘70 “acerrima avversaria”
di Liguori in politica, ma affettuosa amica di famiglia. Le
altre donne dell’istantanea (f. 46 - scattata il giorno
di Pasquetta del 1966 nella piccola azienda agricola della moglie
Pina) sono (da sinistra) le sorelle Maria, Aurora e Rosa Formichella
(quest’ultima la prima da destra) - cugine di Pina - e
Tilde Pisani. Nell’altra istantanea (f. 47) Giorgio e
Pina Liguori durante le festività natalizie a casa di
amici.
Foto 48-49. Giorgio Liguori con i suoi
cari: a Roma, in visita al Colosseo, con la moglie Pina ed i
figli Rita Anna e Pietro (f.48); seduto accanto al caminetto
nella sua casa di Montegiordano con il piccolo Riccardo (f.
49). L’ultimo dei suoi tre figli nasce a Cosenza, nella
clinica “Sacro Cuore” il 6 settembre 1967, dopo
un difficilissimo parto, tant’è vero che i sanitari
temono per la sua vita: viene battezzato appena quattro giorni
dopo. Il padrino e la madrina sono Dario e Ada Antoniozzi. Al
riguardo, il commento degli amici politici è unanime:
«Giorgio anche in quest’occasione si è rivelato
un grande mediatore tra le “correnti” della Dc.
Agli Antoniozzi gli ha fatto tenere a battesimo il figlio, che
l’ha chiamato Riccardo come Misasi». La replica
della moglie Pina non si fa attendere: «nostro figlio
si chiama Riccardo come mio padre!». In questa secca frase
si coglie tutta la rabbia di Pina per l’impegno politico
del marito. Le uniche accese discussioni tra di loro sono, appunto,
per la «maledetta politica», come la chiama la moglie,
perché sottrae il marito alla famiglia. Ai figli più
grandi, Rita e Pietro, che si lamentano spesso per la sua assenza
da casa, dice loro: «oggi non ci sono e quando non ci
sarò più vi lascerò tanti amici».
Foto 50-51-52-53. L’istruzione
e la cultura sono fondamentali per Giorgio Liguori sia in famiglia
(i suoi genitori erano semianalfabeti) che nella società.
Quest’ultima è quella di un’epoca in cui
l’analfabetismo e la scarsa importanza data all’istruzione
delle masse popolari sono ancora abbastanza forti. Liguori è
convinto che un buon grado di istruzione permette alle giovani
generazioni di maturare a livello umano e di affermarsi a livello
professionale a vantaggio di tutta la società. Per questo
consiglia a non pochi genitori di far proseguire gli studi ai
propri figli dopo la Scuola dell’obbligo anche se questa
scelta dovesse comportare loro dei grandi sacrifici economici.
Per i suoi figli Rita Anna e Pietro sceglie Firenze come sede
dei loro studi, mandandoli in due dei collegi più prestigiosi
dell’Italia di allora: “Alla Querce” dei Padri
Barnabiti ed il “Sacro Cuore” dell’omonima
Congregazione di religiose francesi. Nelle quattro istantanee
Liguori è insieme al padre rettore Barnabita don Luigi
Caporali ed al figlio Pietro durante la cerimonia di premiazione
dei collegiali al termine dell’Anno scolastico 1966-67.
Pietro, nato il 19 agosto 1955, entra in collegio a nove anni,
in IV Elementare.
Foto 54-63. Le elezioni regionali del
7-8- giugno 1970. Giorgio Liguori, candidato numero 9 della
lista della Dc per la Circoscrizione elettorale di Cosenza,
ottiene quasi 11.500 preferenze, risultando tra i più
votati dei quaranta consiglieri regionali della Calabria della
I legislatura. Liguori è con i suoi sostenitori in festa
per la sua personale affermazione e quella della Dc, che vince
le elezioni comunali a Montegiordano. Le immagini di quel momento
di grande gioia e speranza si commentano da sole. Liguori all’interno
della sezione del partito con il sindaco rieletto Luigi De Luca
(alla sua sinistra) ed altri suoi più stretti collaboratori
(f. 54) e per le vie di Montegiordano Centro (ff. 55-60) e della
frazione Marina (ff. 62-63) circondato dall’affetto dei
suoi compaesani. Significativa è anche l’istantanea
che ritrae la presenza di numerose donne e ragazze a questo
momento di festa (f. 61), quando la politica vede impegnati
ancora quasi esclusivamente gli uomini. Quel giorno tanti mazzetti
di fiori vengono donati a Liguori in segno di augurio e di incoraggiamento
a proseguire la “missione”. Sono fiori coltivati
in vasi di coccio e in contenitori di latta posti alle finestre
e sui balconi di modeste abitazioni, che simboleggiano l’affetto
della gente per un “figlio del popolo” sostenuto
e votato per portare le istanze degli “ultimi” nel
massimo consesso democratico calabrese.
Foto 64. Roma, 25-26 giugno 1970, il
Convegno nazionale dei consiglieri regionali della Dc. E’
il primo impegno politico da neo deputato regionale di Giorgio
Liguori. Nell’istantanea mentre segue i lavori dell’assise
insieme a Fedele Palermo (alla sua sinistra), suo amico di partito
da lunga data.
Foto 65. Il Consiglio regionale della
Calabria viene convocato per la prima volta il 13 luglio 1970
a Catanzaro (sede provvisoria), i cui lavori si svolgono nella
Sala consiliare della Provincia. Giorgio Liguori (secondo da
destra), tra Mariano Rende ed Antonio Guarasci, insieme ad altri
consiglieri regionali della Dc: Fedele Palermo, Pasquale Perugini,
Sergio Scarpino, Ernesto Corigliano, Aldo Ferrara e Vincenzo
Peltrone.
Foto 66-67-68. La cerimonia di insediamento
del Consiglio regionale della Calabria (Catanzaro, 13 luglio
1970). L’aula consiliare è gremita di autorità
e di cittadini (f. 66). Giorgio Liguori (il primo a destra)
seduto accanto all’amico Elio Fata, noto giornalista calabrese
della Rai, mentre interviene il consigliere del Msi Benito Falvo
(f. 67). Il gruppo consiliare della Dc al momento del voto per
l’elezione dell’Ufficio di presidenza del Consiglio
nella seduta dal 30 luglio (f. 68). Alle prime sedute non partecipano
i consiglieri Dc eletti nella provincia di Reggio Calabria in
segno di protesta per la mancata scelta della loro città
a capoluogo regionale: dal luglio ’70 al settembre ’71
la realtà sociale e politica calabrese si caratterizzerà
con i gravi fatti di sangue passati alla storia come i “moti
di rivolta” di Reggio.
Foto 69-70-71. Cosenza, aprile 1971,
Sala consiliare della Provincia: la commemorazione di Giorgio
Liguori da parte dei rappresentanti politico-istituzionali del
massimo consesso locale della città bruzia, alla presenza
di familiari e parenti (f. 69). In prima fila i figli Pietro
e Rita Anna e la nipote Assunta Colotta primogenita della sorella
Maria Vincenza, ed in seconda fila il cugino Ettore Pisani,
rimasto sempre molto vicino alla famiglia Liguori dopo la grave
perdita del congiunto (f. 70). Al figlio Pietro (f. 71) viene
consegnata da una rappresentanza dei dipendenti della Provincia
la medaglia d’oro incastonata in una targa d’argento
con incisa la seguente dedica: “Nell’affettuosa
e sempre viva rimembranza del loro Assessore dott. Giorgio Liguori
memori e sempre grati questo ricordo dedicano”.
Foto 72-73-74-75. Montegiordano, 22 dicembre
1974: in occasione del 4° anniversario della morte di Giorgio
Liguori vengono inaugurati in suo ricordo il busto bronzeo nella
piazza principale del suo paese e la lapide in travertino collocata
sul lungomare della frazione Marina dedicato allo stesso Liguori.
Sulla lapide marmorea è incisa la seguente dedica: “A
Giorgio Liguori/ medico/deputato regionale/ illustre e generoso
nell’amore e nel sacrificio/ per il bene di questa terra/
Montegiordano/ e gli amici della Calabria tutta/ in ricordo
commosso e grato/ dedicano”. Ai due momenti inaugurali
intervengono le massime autorità regionali, provinciali,
dei comuni dell’Alto Ionio calabrese ed alcuni parlamentari
nazionali, numerosi amici e familiari: la moglie Pina con i
figli, il padre Pietro, le due sorelle Maria Vincenza e Caterina,
il fratello Antonio… (ff. 73-74). Diversi i politici democristiani
che prendono la parola dopo gli interventi di saluto ed introduttivi
del sindaco di Montegiordano, Vincenzo Salvo, e del suo predecessore,
Luigi De Luca, membro del Comitato cittadino pro-commemorazione
“Giorgio Liguori”. Il busto bronzeo a grandezza
naturale, montato su un basamento di travertino, è realizzato,
su interessamento dell’on. Dario Antoniozzi, dal noto
scultore e maestro Celestino Giampaoli, incisore di numerose
significative medaglie, tra le quali l’unica raffigurante
Papa Giovanni Paolo I (1978), il cui pontificato durò
trentatre giorni.
* I testi delle didascalie potranno essere
integrati e modificati con l’inserimento di altre istantanee.
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