Giorgio Liguori
Giorgio Liguori con i figli Rita Anna, Pietro e Riccardo, sul lungomare di Montegiordano (1968)

Istantanee di una vita semplice
tra la gente e i suoi cari e nelle istituzioni


Il visitatore di questo sito si accinge ad entrare in una “galleria” fotografica che gli offre una storia visiva alquanto interessante: le istantanee fissano il momento in movimento della memoria storica di un uomo e di tutto un contesto umano, sociale e politico che lo circonda. Ciò è fonte di testimonianza, insieme ai documenti, alle pubblicazioni, della storia narrata.


Le didascalie delle 75 istantanee di questa “galleria fotografica” tracciano, seppur come un flash, la storia di Giorgio Liguori e del suo contesto familiare, politico e sociale. Sono descritte utilizzando i verbi al presente: le istantanee ce lo trasmettono come se fosse ancora tra noi…
Vogliamo menzionare sin da subito un nome dei tanti volti di queste 75 immagini: ricordando lui, ricordiamo idealmente tutti coloro che hanno condiviso con Liguori le battaglie per il riscatto sociale del ceto meno abbiente della nostra Calabria, che oggi, purtroppo, non sono più tra noi. A tutti loro va il nostro affettuoso ricordo, che continua a vivere anche attraverso questo sito.
Il nome è quello di Domenico Introcaso, per gli amici Mimmo, papà di Vittorio, inviato di «Rai 2», che è presente in tre momenti significativi della vita di Giorgio Liguori: ai festeggiamenti per la sua elezione sia a consigliere provinciale (f. 2 – è il giovane alla sua sinistra con i capelli scuri ed una giacca scura) sia a consigliere regionale (ff. 58-59); ma soprattutto al suo matrimonio (f. 42 – è il bambino in basso a destra vestito con abito scuro e camicia bianca). Una presenza che non può essere solo una coincidenza: indica, a nostro parere, un legame tra famiglie saldato da un’amicizia-stima reciproca di un’intera vita.

Foto 1. L’inaugurazione dei lavori del tratto di strada provinciale Oriolo-Montegiordano (14 agosto 1957). Giorgio Liguori insieme alle maestranze del cantiere ed ai rappresentati delle istituzioni locali. Sin prima di essere eletto consigliere provinciale si prodiga da segretario della sezione comunale della Dc montegiordanese, affinché i centri abitati dell’entroterra dell’Alto Ionio calabrese uscissero dal loro quasi totale isolamento con l’avvio della costruzione di adeguate vie di comunicazione, il ché significa imboccare la strada del loro sviluppo sociale ed economico.

Foto 2. Le elezioni provinciali del 1960. Giorgio Liguori tra i suoi sostenitori in festa per la sua vittoria: nelle consultazioni del 6-7 novembre è eletto consigliere provinciale della Dc per il collegio elettorale di Oriolo-Trebisacce. Per la prima volta nella storia dell’Italia repubblicana Montegiordano ha un suo cittadino nel massimo consesso istituzionale locale dell’epoca; “primato” che si ripeterà dieci anni più tardi quando lo stesso Liguori verrà eletto tra i primi quaranta consiglieri regionali della Calabria.

Foto 3. Le elezioni comunali del 1960. Giorgio Liguori insieme a tre suoi amici, il medico Vincenzo Pontevolpe (alla sua sinistra), primo sindaco democristiano di Montegiordano, il dott. Nicolò Giordano, segretario comunale, e l’insegnante Francesco Introcaso (seduto alle sue spalle), dopo la vittoria della lista della Dc alle amministrative del 6-7 novembre.

Foto 4-5. Vita di partito nella sezione comunale della Dc di Montegiordano. Un importante momento di democrazia interna: il rinnovo delle cariche del direttivo sezionale e l’elezione dei delegati al Congresso provinciale del 1965, anno in cui Giorgio Liguori lascia la guida della segreteria comunale del partito dopo averla assunta nel 1956, anno in cui costituisce il partito a livello locale con i primi iscritti, che nel 1968 superano il numero di 450, in buona parte tesserati in segno di amicizia e stima per Liguori. L’istantanea ritrae il politico insieme ad alcuni dei “suoi” giovani militanti durante le operazioni di voto e di scrutinio (f. 4): di spalle il prof. Mario Manera, successore di Liguori alla guida della segreteria della Dc montegiordanese, ed in piedi a sinistra, mentre svolge le funzioni di scrutatore, l’ins. Antonio Introcaso, che in seguito sarà uno dei democristiani più impegnati anche a livello socio-culturale nell’Alto Ionio ed accanto a lui un’altro giovane, Franco Introcaso, fratello di Mimmo. Anche le giovani donne iniziano ad interessarsi di politica ed è proprio Liguori a coinvolgerle e quando le vede partecipare attivamente alla vita di partito non nasconde la sua gioia (f. 5): l’istantanea ritrae la giovane montegiordanese Antonietta Varlaro mentre depone la scheda nell’urna.

Foto 6-7-8. IX Congresso nazionale della Dc, Roma, 12-16 settembre 1964: Giorgio Liguori partecipa in qualità di co-segretario e dirigente organizzativo provinciale del partito, incarico ricoperto dal 1964 al 1967. Da quando entra per la prima volta nel Comitato provinciale della Dc, durante il VII Congresso del partito (Cosenza, 10-11 ottobre 1959), partecipa attivamente ai Congressi nazionali, venendo eletto delegato al VII (Firenze, 23-28 ottobre 1959), al X (Milano, 23-27 novembre 1967) e all’XI (Roma, 27-30 giugno 1969). Di quest’ultimo Congresso abbiamo un’istantanea (f. 8) scattata all’interno del PalaEur: Giorgio Liguori con Pasquale Perugini (al centro), esponente di punta della “corrente fanfaniana” dalla Dc cosentina, già segretario provinciale del partito, che risulterà il più votato dei quaranta consiglieri della I Legislatura del Consiglio regionale della Calabria e successivamente eletto al Parlamento (Camera, 1983 e Senato, 1987). Nel periodo in cui Liguori è maggiormente impegnato nell’attività di partito, alla guida della Segreteria nazionale della Dc ci sono Aldo Moro (1959-1964) e Mariano Rumor (1964-1969).

Foto 9-10-11. L’incontro dell’on. Mariano Rumor, segretario nazionale della Dc, con i dirigenti di partito e gli amministratori Dc dei sedici comuni dell’Alto Ionio calabrese alla presenza dei parlamentari Antoniozzi, Cassiani, Misasi ed altri. La visita di Rumor, che si tiene a Trebisacce nel novembre 1966, presso il Cinema-Teatro dei fratelli Domenico e Nicola Gatto, è promossa da Giorgio Liguori, in qualità di dirigente organizzativo della Segreteria provinciale del partito e nel suo intervento introduttivo porta il saluto di tutti i democratici cristiani della zona all’illustre ospite. Rumor, due anni più tardi, diventerà presidente del Consiglio dei Ministri, formando cinque governi tra il dicembre 1968 ed il luglio 1970 e tra il luglio 1973 e l’ottobre 1974. Rumor è un politico molto popolare e all’incontro di Trebisacce partecipano centinaia di persone giungendo da tutti i centri dell’Alto Ionio con autobus della locale società autotrasporti “S.A.I.” di Vito Antonio Carlomagno, “pioniere” dello sviluppo del trasporto locale privato su gomma.

Foto 12-13. Giorgio Liguori ad una seduta del Consiglio provinciale (f. 12) e nella sede dell’Assessorato (f. 13). Il politico montegiordanese siederà sugli scranni del massimo Consesso istituzionale provinciale per un decennio, dal novembre 1960 al giugno 1970. E’ assessore al Personale per otto anni, concludendo questa esperienza con il varo della “Pianta organica” dell’Ente, che rappresenta uno dei traguardi più significativi della sua attività politico-amministrativa in Provincia. La “Pianta organica” è approvata all’unanimità dal Consiglio provinciale, un’impresa non facile in un’epoca caratterizzata da forti scontri ideologici. E’ attuata nel 1969, venti anni dopo la precedente (1949), che aveva un organico di appena 380 unità. La “Pianta organica” di Liguori raggiunge 802 unità, delle quali 602 immesse subito in ruolo.

Foto 14-15. La storica Giunta di centro-sinistra alla Provincia di Cosenza: è la prima esperienza di collaborazione di governo provinciale tra cattolici e socialisti del Meridione (la terza in Italia dopo quelle di Milano e di Genova), che precede di oltre un anno e mezzo la nascita del primo Governo di centro-sinistra guidato da Aldo Moro. La Giunta provinciale Dc-Psi ottiene la fiducia il 18 aprile 1962 e rimane in carica fino all’inizio del 1965, dopo il rinnovo del Consiglio provinciale avvenuto con le elezioni del 22-23 novembre 1964. A presiederla è il prof. Antonio Guarasci, uomo di grande cultura ed autorevole figura della Dc calabrese con una visione illuministica del governare. Dalla Giunta «significativamente scompaiono del tutto gli avvocati – scrive lo storico ed accademico Vittorio Cappelli –, per lasciare il posto a una larga maggioranza di “professori”» ed è composta da otto assessori, i democristiani Salvatore Bafaro, Giorgio Liguori, Fortunato Marinaro, Fedele Palermo (sostituito nel corso del mandato da Oscar Principe) e Sergio Pizzini, ed i socialisti Giovanni Conforti, Antonio Eboli e Salvatore Frasca. Nelle due istantanee i componenti della Giunta durante la seduta del Consiglio provinciale sulle “Dichiarazioni programmatiche” del presidente designato Guarasci (f. 14) e alla prima riunione della Giunta attorno al tavolo di lavoro (f.15); l’assessore Liguori è il terzo da sinistra di fronte all’amico Salvatore Frasca, che in seguito diventerà parlamentare e sottosegretario di Stato.

Foto 16. Salvatore Frasca e Giorgio Liguori durante una pausa dei lavori del Consiglio provinciale. Tra i due vi sono anche momenti di acceso e vivace scontro politico nel far valere le proprie idee che scaturiscono da due differenti ideologie che in quel periodo storico iniziano ad avere dei punti di incontro a livello di programma di governo. Una volta terminato il dibattito nell’aula consiliare, i due amici ritornano a sorridersi e a consumare spesso insieme un pasto prima di rientrare nell’“arena” del Consiglio provinciale.

Foto 17-18-19. I lungomari di Roseto Capo Spulico (f. 17 - Giorgio Liguori in visita al cantiere), Montegiordano (f. 18) e Trebisacce (f. 19 - quest’ultimo nel 1964 in fase terminale di realizzazione) sono tra le prime opere pubbliche, insieme a quelle viarie di collegamento tra i centri abitati dell’entroterra e della costa, delle reti idriche e fognarie e degli edifici di pubblico interesse, ad essere realizzate nell’Alto Ionio calabrese con il contributo della Provincia di Cosenza durante la prima Giunta di centro-sinistra. Opere messe in cantiere per l’avvio di un qualificato sviluppo sociale, infrastrutturale, economico e turistico della zona, una tra le più depresse della Calabria.

Foto 20-21. La seconda Giunta provinciale presieduta dal prof. Antonio Guarasci formata il 18 aprile 1967, esattamente cinque anni più tardi della prima. La Giunta resterà in carica fino al termine del mandato (giugno 1970) ed è formata da otto assessori (sei effettivi, Giovanni Conforti, Francesco De Munno, Adolfo De Luna, Antonio Eboli, Giorgio Liguori e Oscar Principe e due supplenti, Renato Biondi, Mariano Rende). Nell’istantanea (f. 20) che ritrae la Giunta al termine della cerimonia del giuramento davanti al prefetto, l’assessore Liguori è il secondo da destra, mentre in quella successiva (f. 21), scattata all’interno della sede della Provincia, è insieme agli amici Antonio Guarasci, Giovanni Righi, segretario generale dell’Amministrazione provinciale, ed ai cugini Mariano e Pietro Rende, esponenti di spicco della Dc cosentina: il primo consigliere ed assessore provinciale e successivamente, insieme allo stesso Liguori, eletto al Consiglio regionale della Calabria; il secondo deputato al Parlamento tra gli anni ’70 ed ‘80.

Foto 22. La presentazione della candidatura di Giorgio Liguori alla Camera dei Deputati nelle elezioni del maggio 1968. E’ il numero 17 della lista della Dc nella XXVII Circoscrizione elettorale della Camera (Catanzaro-Cosenza-Reggio Calabria). La sua è una candidatura di servizio, voluta dal partito dopo avergli chiesto, per preservare dell’unità della Dc cosentina assai compromessa, di rinunciare a quella del Senato della Repubblica (collegio elettorale di Rossano), pur sapendo che nel suo collegio Liguori potrebbe ottenere quasi sicuramente la vittoria essendo molto conosciuto e stimato. Non venendo eletto alla Camera, ottiene comunque un discreto risultato personale: 19mila preferenze, la gran parte delle quali raccolte in provincia di Cosenza, essendo poco conosciuto e non appoggiato dal partito nella altre due province calabresi.

Foto 23. Cosenza, 12 maggio 1968, Giorgio Liguori al convegno dei corrispondenti del settimanale diocesano cosentino «Parola di Vita» all’epoca diffuso in tutta la provincia per i suoi contenuti e le sue opinioni di elevato spessore culturale e di grande interesse sociale, di forte richiamo per i cattolici impegnati. «Parola di Vita» è particolarmente attento all’azione politica di Liguori, tant’è vero che dalle sue colonne un anno prima si “preannuncia”, in un’ampia intervista a cura del giornalista Domenico Licursi, la disponibilità dello stesso Liguori a rappresentare in Parlamento le popolazioni dell’Alto Ionio calabrese. In questa istantanea di gruppo con Liguori si riconoscono (alle sue spalle) i suoi giovani collaboratori, i montegiordanesi Vincenzo Ferra e Giuseppe Alfano e (alla sua destra) l’amico e caporedattore Savino Fasano e tra gli altri i corrispondenti dell’Alto Ionio Benito Lecce e Domenico Licursi ed il suo segretario particolare Giuseppe Pisani.

Foto 24-25-26. Per Giorgio Liguori è fondamentale nella politica di sviluppo dell’Alto Ionio il binomio agricoltura-turismo connesso all’industria di trasformazione dei prodotti dell’agro-zootecnia. Per questo Liguori si batte per l’attuazione dei progetti del salumificio di Montegiordano e della cantina sociale con annesso magazzino ortofrutticolo di Rocca Imperiale. Le tre istantanee ricordano la cerimonia della posa della “prima pietra” del salumificio avvenuta nel 1969, alla presenza dell’on. Dario Antoniozzi e dei rappresentanti delle Istituzioni civili e religiose locali, tra i quali Fedele Palermo, consigliere provinciale, Luigi De Luca, sindaco di Montegiordano, e del parroco don Pietro Formichella. I lavori della costruzione del salumificio, che una volta completato sarebbe stato gestito da una cooperativa vicina alle Acli denominata “Sant’Antonio” in onore del patrono di Montegiordano, iniziano nella primavera del 1970 e terminano cinque anni dopo la morte di Liguori, nel 1975, ma la struttura non entrerà mai in funzione.

Foto 27. Il salumificio di Montegiordano è oggi una delle tante “cattedrali nel deserto” del Meridione d’Italia. L’istantanea ritrae il complesso industriale (lato sud) come si presentava all’inizio degli anni ’90 (tratta dalla pubblicazione di Riccardo Liguori “La storia politica di un comune del Meridione d’Italia: Montegiordano, 1946-1990”, Galasso Editore, 1992). Oggi il salumificio è completamente sommerso da una fitta macchia mediterranea, quasi a voler nascondere una delle tante vergogne del Sud, che rappresentano visivamente la morte della speranza di un atteso e mai realizzato sviluppo economico e sociale, quindi dello stesso futuro di questa terra. Il salumificio ha comunque un merito, quello di aver ispirato un giovane laureato, l’ing. Francesco Mundo, a scrivere il suo primo romanzo dai forti contenuti sociali: “Morte di ghiaccio” (Edizioni Lepisma, 2008).

Foto 28-29. Il “Borgo Servizio Apollinara” inaugurato l’11 febbraio 1962 con un ampio complesso edilizio: «dalla chiesa alla scuola, dall’ambulatorio medico alla sede della cooperativa “A.R.F.”, per citare i più importanti»; complesso che «vuole soddisfare le molteplici esigenze di ordine spirituale, educativo e sociale di 171 famiglie, che in seguito all’appoderamento e all’adozione di nuovi indirizzi produttivi, si sono insediate stabilmente appunto nell’ex “Fondo Apollinara” e rappresentare, nello stesso tempo, un’occasione di incontro e di commercio con i piccoli proprietari di altri fondi, pure appoderati all’Opera per la Valorizzazione della Sila».

Foto 30-31-32. Giorgio Liguori opera anche in stretto rapporto con la Chiesa diocesana e locale, non solo perché è fervente credente e molto devoto di Santa Rita da Cascia. Il politico coinvolge gli ecclesiastici in progetti di interesse sociale ed aggregativo, oltre a collaborare fattivamente con loro nella realizzazione di nuovi complessi parrocchiali. Le tre istantanee lo ritraggono in mezzo a numerosi suoi concittadini in festa alla cerimonia della posa della “prima pietra” della Colonia estiva per ragazzi a Montegiordano Marina (estate 1963). Per l’occasione giunge in Visita pastorale il vescovo della Diocesi di Anglona-Tursi (oggi Tursi-Lagonegro), mons. Secondo Tagliabue. Il presule e Liguori posano la “prima pietra” e quest’ultimo tiene il suo discorso. Tra i sacerdoti presenti accanto al vescovo c’è mons. Carmelo Fiordalisi, montegiordanese stimato e benvoluto anche fuori diocesi, che più di tutti ha voluto la Colonia nel suo paese natale. Oggi questa struttura fa parte di un complesso più ampio denominato “Colonia Stella Maris” delle Suore Missionarie Catechiste di Gesù Redentore.

Foto 33. Il problema dell’approvvigionamento idrico dei centri abitati dell’Alto Ionio calabrese è molto sentito all’inizio degli anni ‘60 e per la sua risoluzione Giorgio Liguori non esita a coinvolgere anche la Chiesa diocesana. L’istantanea ricorda la visita con il vescovo mons. Tagliabue e suoi collaboratori alle sorgenti del Frida alle pendici della catena montuosa del Pollino (versante provincia di Potenza), avvenuta il 20 agosto 1963.

Foto 34-35. La cerimonia della posa della “prima pietra” della chiesa parrocchiale di Montegiordano centro dedicata a Sant’Antonio da Padova (1963). Nella prima istantanea da sinistra l’on. Dario Antoniozzi, il vescovo mons. Secondo Tagliabue, il vice prefetto di Cosenza Vincenzo Tarsia, originario di Montegiordano (divenuto prefetto di Agrigento negli anni ’80) e gli assessori provinciali Fedele Palermo e Giorgio Liguori.

Foto 36. L’avvio dei lavori della costruzione della nuova chiesa parrocchiale. L’istantanea ritrae il parroco don Pietro Formichella e Giorgio Liguori nel cantiere con alcuni amministratori comunali e collaboratori parrocchiali e le maestranze.

Foto 37. Spesso i Matrimoni venivano festeggiati in casa, perché erano pochi gli sposi che potevano permettersi il ristorante. Nell’istantanea Giorgio Liguori durante un ricevimento nuziale a Montegiordano, presso l’abitazione della famiglia Pitrelli, insieme al prof. Vincenzo Salvo (sindaco negli ‘70) e all’insegnante Antonio Introcaso.

Foto 38-39. Non solo impegni istituzionali e politici, ma anche amicizia e familiarità: Giorgio Liguori, Antonio Guarasci e Francesco Smurra (quest’ultimo senatore della Dc dal 1968 al 1979) con le rispettive signore (f. 38) e nel centro storico di San Giorgio Lucano, in provincia di Matera, Liguori con i figli Rita Anna e Pietro e l’amico Smurra all’uscita da un caffè (f. 39).

Foto 40. Ginnasio-Liceo Classico Statale di Castrovillari (Cs), anno scolastico 1939-40(?): Giorgio Liguori (il primo in basso a destra) con i compagni di scuola.

Foto 41. Giorgio Liguori, neo dottore in Medicina e Chirurgia, è accolto da parenti ed amici alla stazione ferroviaria di Montegiordano Marina al suo arrivo da Bari, dove si è laureato il 14 novembre 1949. E’ il primo giovane di Montegiordano nato nel XX secolo a conseguire la laurea in Medicina su una popolazione che alla fine degli anni ’40 conta poco più di 3mila abitanti. Il suo è un traguardo importante per la sua famiglia dalle modestissime origini e che ha fatto non pochi sacrifici per mantenerlo agli studi. Il conseguimento della sua laurea, raggiunta nei sei anni regolari di corso (1943-49), rappresenta per tutta la famiglia Liguori non il punto di arrivo, ma quella di partenza della sua emancipazione sociale e culturale.

Foto 42. Il giorno del matrimonio (14 ottobre 1951) di Giorgio Liguori con Maria Giuseppa Meo: è il coronamento del sogno d’amore con la sua adorata Pinuccia, in un’epoca dove ancora i matrimoni sono molto spesso “combinati”. Il loro non lo è affatto, anzi, tutt’altro: parte del periodo di fidanzamento Giorgio e Pina lo vivono in gran segreto, perché fortemente osteggiato dai genitori di lei, che alla fine rispetteranno il sentimento-volontà della figlia.

Foto 43-44. Giorgio e Pina Liguori in viaggio di nozze (F. 43) e con la loro primogenita venuta alla luce il 1° luglio 1952 (f. 44): le danno come primo nome Rita in onore della santa dei casi impossibili. La devozione dei giovani coniugi per santa Rita da Cascia è talmente grande che la prima tappa del loro viaggio di nozze sarà proprio Cascia.

Foto 45. Giorgio Liguori con alcuni suoi cari amici in un giorno festivo di metà anni ’50 a Montegiordano davanti al caffè di Nino Ferri (in piedi al centro dell’istantanea). Da sinistra: l’insegnate Francesco Introcaso, il dott. Giovanni Ricotta, segretario comunale, l’ing. Pietro Tarsia in seguito divenuto ingegnere capo del Genio Civile di Cosenza, Giorgio Liguori, Mario Mundo, consigliere comunale, ed il geometra Mario Tarsia (fratello minore dell’ing. Pietro e del prefetto Vincenzo).
Si ringrazia l’amico Mario Mundo per averci donato questa significativa istantanea dei “bei tempi passati”, dove l’amicizia unisce tanti giovani che iniziano ad affermarsi professionalmente, contribuendo non poco alla crescita culturale, economica e sociale della loro comunità.

Foto 46-47. Non mancano i momenti di festa e di allegria con parenti ed amici: Giorgio Liguori tra la moglie Pina (a destra) e l’anziana maestra Maria Giuseppa Formichella, detta Geppina (a sinistra), esponente di spicco della destra monarchica e missina dell’Alto Ionio calabrese tra gli anni ‘50-‘70 “acerrima avversaria” di Liguori in politica, ma affettuosa amica di famiglia. Le altre donne dell’istantanea (f. 46 - scattata il giorno di Pasquetta del 1966 nella piccola azienda agricola della moglie Pina) sono (da sinistra) le sorelle Maria, Aurora e Rosa Formichella (quest’ultima la prima da destra) - cugine di Pina - e Tilde Pisani. Nell’altra istantanea (f. 47) Giorgio e Pina Liguori durante le festività natalizie a casa di amici.

Foto 48-49. Giorgio Liguori con i suoi cari: a Roma, in visita al Colosseo, con la moglie Pina ed i figli Rita Anna e Pietro (f.48); seduto accanto al caminetto nella sua casa di Montegiordano con il piccolo Riccardo (f. 49). L’ultimo dei suoi tre figli nasce a Cosenza, nella clinica “Sacro Cuore” il 6 settembre 1967, dopo un difficilissimo parto, tant’è vero che i sanitari temono per la sua vita: viene battezzato appena quattro giorni dopo. Il padrino e la madrina sono Dario e Ada Antoniozzi. Al riguardo, il commento degli amici politici è unanime: «Giorgio anche in quest’occasione si è rivelato un grande mediatore tra le “correnti” della Dc. Agli Antoniozzi gli ha fatto tenere a battesimo il figlio, che l’ha chiamato Riccardo come Misasi». La replica della moglie Pina non si fa attendere: «nostro figlio si chiama Riccardo come mio padre!». In questa secca frase si coglie tutta la rabbia di Pina per l’impegno politico del marito. Le uniche accese discussioni tra di loro sono, appunto, per la «maledetta politica», come la chiama la moglie, perché sottrae il marito alla famiglia. Ai figli più grandi, Rita e Pietro, che si lamentano spesso per la sua assenza da casa, dice loro: «oggi non ci sono e quando non ci sarò più vi lascerò tanti amici».

Foto 50-51-52-53. L’istruzione e la cultura sono fondamentali per Giorgio Liguori sia in famiglia (i suoi genitori erano semianalfabeti) che nella società. Quest’ultima è quella di un’epoca in cui l’analfabetismo e la scarsa importanza data all’istruzione delle masse popolari sono ancora abbastanza forti. Liguori è convinto che un buon grado di istruzione permette alle giovani generazioni di maturare a livello umano e di affermarsi a livello professionale a vantaggio di tutta la società. Per questo consiglia a non pochi genitori di far proseguire gli studi ai propri figli dopo la Scuola dell’obbligo anche se questa scelta dovesse comportare loro dei grandi sacrifici economici. Per i suoi figli Rita Anna e Pietro sceglie Firenze come sede dei loro studi, mandandoli in due dei collegi più prestigiosi dell’Italia di allora: “Alla Querce” dei Padri Barnabiti ed il “Sacro Cuore” dell’omonima Congregazione di religiose francesi. Nelle quattro istantanee Liguori è insieme al padre rettore Barnabita don Luigi Caporali ed al figlio Pietro durante la cerimonia di premiazione dei collegiali al termine dell’Anno scolastico 1966-67. Pietro, nato il 19 agosto 1955, entra in collegio a nove anni, in IV Elementare.

Foto 54-63. Le elezioni regionali del 7-8- giugno 1970. Giorgio Liguori, candidato numero 9 della lista della Dc per la Circoscrizione elettorale di Cosenza, ottiene quasi 11.500 preferenze, risultando tra i più votati dei quaranta consiglieri regionali della Calabria della I legislatura. Liguori è con i suoi sostenitori in festa per la sua personale affermazione e quella della Dc, che vince le elezioni comunali a Montegiordano. Le immagini di quel momento di grande gioia e speranza si commentano da sole. Liguori all’interno della sezione del partito con il sindaco rieletto Luigi De Luca (alla sua sinistra) ed altri suoi più stretti collaboratori (f. 54) e per le vie di Montegiordano Centro (ff. 55-60) e della frazione Marina (ff. 62-63) circondato dall’affetto dei suoi compaesani. Significativa è anche l’istantanea che ritrae la presenza di numerose donne e ragazze a questo momento di festa (f. 61), quando la politica vede impegnati ancora quasi esclusivamente gli uomini. Quel giorno tanti mazzetti di fiori vengono donati a Liguori in segno di augurio e di incoraggiamento a proseguire la “missione”. Sono fiori coltivati in vasi di coccio e in contenitori di latta posti alle finestre e sui balconi di modeste abitazioni, che simboleggiano l’affetto della gente per un “figlio del popolo” sostenuto e votato per portare le istanze degli “ultimi” nel massimo consesso democratico calabrese.

Foto 64. Roma, 25-26 giugno 1970, il Convegno nazionale dei consiglieri regionali della Dc. E’ il primo impegno politico da neo deputato regionale di Giorgio Liguori. Nell’istantanea mentre segue i lavori dell’assise insieme a Fedele Palermo (alla sua sinistra), suo amico di partito da lunga data.

Foto 65. Il Consiglio regionale della Calabria viene convocato per la prima volta il 13 luglio 1970 a Catanzaro (sede provvisoria), i cui lavori si svolgono nella Sala consiliare della Provincia. Giorgio Liguori (secondo da destra), tra Mariano Rende ed Antonio Guarasci, insieme ad altri consiglieri regionali della Dc: Fedele Palermo, Pasquale Perugini, Sergio Scarpino, Ernesto Corigliano, Aldo Ferrara e Vincenzo Peltrone.

Foto 66-67-68. La cerimonia di insediamento del Consiglio regionale della Calabria (Catanzaro, 13 luglio 1970). L’aula consiliare è gremita di autorità e di cittadini (f. 66). Giorgio Liguori (il primo a destra) seduto accanto all’amico Elio Fata, noto giornalista calabrese della Rai, mentre interviene il consigliere del Msi Benito Falvo (f. 67). Il gruppo consiliare della Dc al momento del voto per l’elezione dell’Ufficio di presidenza del Consiglio nella seduta dal 30 luglio (f. 68). Alle prime sedute non partecipano i consiglieri Dc eletti nella provincia di Reggio Calabria in segno di protesta per la mancata scelta della loro città a capoluogo regionale: dal luglio ’70 al settembre ’71 la realtà sociale e politica calabrese si caratterizzerà con i gravi fatti di sangue passati alla storia come i “moti di rivolta” di Reggio.

Foto 69-70-71. Cosenza, aprile 1971, Sala consiliare della Provincia: la commemorazione di Giorgio Liguori da parte dei rappresentanti politico-istituzionali del massimo consesso locale della città bruzia, alla presenza di familiari e parenti (f. 69). In prima fila i figli Pietro e Rita Anna e la nipote Assunta Colotta primogenita della sorella Maria Vincenza, ed in seconda fila il cugino Ettore Pisani, rimasto sempre molto vicino alla famiglia Liguori dopo la grave perdita del congiunto (f. 70). Al figlio Pietro (f. 71) viene consegnata da una rappresentanza dei dipendenti della Provincia la medaglia d’oro incastonata in una targa d’argento con incisa la seguente dedica: “Nell’affettuosa e sempre viva rimembranza del loro Assessore dott. Giorgio Liguori memori e sempre grati questo ricordo dedicano”.

Foto 72-73-74-75. Montegiordano, 22 dicembre 1974: in occasione del 4° anniversario della morte di Giorgio Liguori vengono inaugurati in suo ricordo il busto bronzeo nella piazza principale del suo paese e la lapide in travertino collocata sul lungomare della frazione Marina dedicato allo stesso Liguori. Sulla lapide marmorea è incisa la seguente dedica: “A Giorgio Liguori/ medico/deputato regionale/ illustre e generoso nell’amore e nel sacrificio/ per il bene di questa terra/ Montegiordano/ e gli amici della Calabria tutta/ in ricordo commosso e grato/ dedicano”. Ai due momenti inaugurali intervengono le massime autorità regionali, provinciali, dei comuni dell’Alto Ionio calabrese ed alcuni parlamentari nazionali, numerosi amici e familiari: la moglie Pina con i figli, il padre Pietro, le due sorelle Maria Vincenza e Caterina, il fratello Antonio… (ff. 73-74). Diversi i politici democristiani che prendono la parola dopo gli interventi di saluto ed introduttivi del sindaco di Montegiordano, Vincenzo Salvo, e del suo predecessore, Luigi De Luca, membro del Comitato cittadino pro-commemorazione “Giorgio Liguori”. Il busto bronzeo a grandezza naturale, montato su un basamento di travertino, è realizzato, su interessamento dell’on. Dario Antoniozzi, dal noto scultore e maestro Celestino Giampaoli, incisore di numerose significative medaglie, tra le quali l’unica raffigurante Papa Giovanni Paolo I (1978), il cui pontificato durò trentatre giorni.

* I testi delle didascalie potranno essere integrati e modificati con l’inserimento di altre istantanee.